Coffee Time
Parliamo del caffè: il famoso nettare nero.
La sua nascita sembra risalire ad alcune leggende, tra cui quella più conosciuta racconta di un pastore chiamato Kaldi che portava a pascolare le capre in Etiopia. Un giorno queste trovarono una pianta di caffè e cominciarono a mangiare le bacche e a masticare le foglie. Arrivata la notte le capre anziché dormire si misero a vagabondare con energia e vivacità . Vedendo questo il pastore ne individuò la ragione ed abbrustolì i semi della pianta mangiati dal suo gregge, poi le macinò e ne fece un’infusione, ottenendo il caffè.
Un’altra leggenda ha come protagonista il profeta Maometto il quale, sentendosi male, ebbe la visione dell’Arcangelo Gabriele che gli offriva una pozione nera creata da Allah, che gli permise di riprendersi a tornare in forze.
Un’ultima leggenda narra di un incendio in Abissinia di piante selvatiche di caffè che diffuse nell’aria il suo fumo per chilometri e chilometri di distanza.
In Europa si inizio a parlare di Caffè intorno al XVI secolo, e tra le prime città a farne uso fu Venezia, per via dei rapporti commerciali con il Vicino Oriente. L’uso andò poi via via generalizzandosi per crescere fino all’immenso consumo odierno.
Le specie di caffè differiscono per gusto, contenuto di caffeina, e adattabilità a climi e terreni diversi da quelli di origine. Tutt’ora tutte le specie coltivate esistono ancora, nelle zone di origine, allo stato selvatico, ma sono state create artificialmente nuove varietà.
Per ottenere un aroma migliore bisogna unire diverse qualità di caffè, tostate separatamente. La miscela ideale dovrebbe essere composta da 250g di Porto Rico, 100 di Santo Domingo e 150 di Moka, oppure anche la variante con 300g di Porto Rico con 200 di Moka dovrebbe dare un ottimo risultato.
Ad oggi il caffè, è un rito comune in tutta Italia, e senza dubbio è la bevanda più bevuta su tutto il territorio. Gli Italiani la adorano, e per molti, la giornata non può iniziare senza una, o più, tazzine di caffè. Si potrebbe dire che l’intera penisola, la mattina, è ricoperta di un aroma di caffè insieme al suono dei cucchiaini che girano lo zucchero.
Il consumo del caffè non si limita, ovviamente, solo alla colazione: viene bevuto durante le pause e a fine pranzo. Comunemente si pensa che il caffè favorisca la digestione, ma questo avviene solo per coloro sensibili alla bevanda. Preso la mattina a digiuno, sembrerebbe che il caffè vuoti lo stomaco dai residui di una imperfetta digestione e lo predisponga ad una colazione più appetitosa.
Il caffè si può prendere al bar, o farlo a casa con l’utilizzo di una moka, oggetto molto raro al di fuori dell’Italia, oppure tramite le macchinette con l’utilizzo di cialde o capsule. Proprio queste ultime negli ultimi anni sono state oggetto di richiesta da parte dei consumatori. Le imprese produttrici di cialde e capsule a livello internazionale sono moltissime: Lavazza, Nespresso, Kimbo, Bialetti sono solo alcune delle aziende che si occupano di questo settore.
L’involucro esterno di queste cialde o capsule, può essere realizzato in plastica, alluminio o carta. Per le cialde in plastica o alluminio sono previste delle norme di raccolta differenziata, alcune proposte direttamente dall’impresa produttrice, ma di poco successo dato il minimo utilizzo di questa procedura. Infatti il modo corretto per smaltire queste cialde sarebbe quello che svuotare il contenuto, e fare la differenziata dei due componenti. La non curanza riguardo a questa procedura di smaltimento provoca una critica da parte delle associazioni che promuovono l’eco-sostenibilità.
A questo scopo alcune imprese del settore hanno pensato di produrre cialde eco-sostenibili, una tra queste per esempio è l’azienda Dream Coffee, un’azienda italiana che non solo ha molto a cuore l’eco-sostenibilità dei loro prodotti ma anche, la salvaguardia della salute del consumatore finale.
Infatti aziende come Nespresso o Lavazza, che utilizzano appunto cialde in plastica e alluminio, secondo una ricerca di Bernardo Iovene, provocherebbero, in futuro, dei danni alla salute dei consumatori: di fatto le alte temperature per la produzione di un caffè, con l’utilizzo delle cialde, rilasciano una piccola quantità di materiali dannosi (minima in quanto resta al di sotto di quanto prestabilito dalla legge). Secondo Matteo Russo, responsabile della ricerca del San Raffaele Pisana, queste quantità sono cumulabili e nel lungo tempo potrebbero causare dei problemi di salute. Tutte queste informazioni sono tratte dall’inchiesta effettuata dal programma Report del 07/04/2014 realizzata da Bernardo Iovene, dove il caffè è il tema principale.
Bevuto al bar o in casa il caffè resta una abitudine italiana che difficilmente verrà dimentica, anzi viene tramandata di generazione in generazione, e non solo. Molti residenti stranieri infatti hanno colto questa abitudine, facendola diventare un rituale quotidiano!